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 SINTESI SU KARL MARX

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MessaggioTitolo: SINTESI SU KARL MARX   SINTESI SU KARL MARX Icon_minitimeLun Apr 21, 2008 12:17 am

La vita
Marx, Karl (Treviri 1818 - Londra 1883), filosofo, economista e politico tedesco, fondatore con Friedrich Engels del socialismo scientifico. Nato da una famiglia di religione ebraica sposò nel 1843 Jenny Von Westphalen, la fedele compagna di una vita, che lo asseconda in ogni sua decisione. La vita di Marx si svolge in una serie di ristrettezze economiche incredibili a causa delle sue continue spese sostenute per pubblicare le sue tesi, i suoi libri e gli articoli inerenti l'azione politica. Marx studiò nelle università di Bonn, Berlino e Jena. Nel 1842 divenne dapprima collaboratore e poi direttore della "Rheinische Zeitung" (Gazzetta renana) di Colonia. I suoi articoli, incentrati sulla critica delle condizioni sociopolitiche dell'epoca, gli crearono problemi con le autorità: il giornale fu, infatti, soppresso nel 1843. Marx si recò quindi a Parigi, dove instaurò contatti con i movimenti socialisti, completò la sua formazione teoretica in filosofia e si dedicò ai primi studi di economia politica. Nel 1844 incontrò Engels; entrambi si accorsero di essere pervenuti per strade differenti alla medesima concezione della necessità storica di una rivoluzione e collaborarono (fino alla morte di Marx) alla sistematizzazione dei principi teoretici del comunismo, oltre che all'organizzazione di un movimento operaio internazionale fondato su tali principi.


-Destra hegeliana: sostiene Hegel su due punti: lo Stato (quello prussiano come modello) e la religione (quella cattolica dove si ha la massima spiritualità e poteva essere espressa attraverso la filosofia).
-Sinistra hegeliana (Marx e Feuerbach): era atea (anche se ammettono che l’uomo ha bisogno di Dio per natura) e voleva ribaltare lo stato prussiano.
-Marx critica Hegel fondamentalmente per due ragioni:
1-perché subordina la società civile allo Stato
2-perché inverte il soggetto col predicato (“Come non è la religione che crea l’uomo, ma è l’uomo che crea la religione, così non la costituzione crea il popolo, ma il popolo la costituzione”).
-Marx critica la Sinistra hegeliana: perché nella sua critica verso Hegel tengono separata la teoria dalla prassi, insomma tutta teoria, ma niente pratica.
-Marx critica la Destra hegeliana: perché appoggiava Hegel.
-Marx critica gli economisti classici: perché essi affermano che le cose vanno in un modo, ma non ci dicono perché, quindi non si pongono neanche il problema del cambiamento. Marx vuole eliminare la proprietà privata che avvantaggia il capitalista nei confronti dell’operaio che vede alienato, espropriato il proprio lavoro.
-Marx critica il socialismo utopistico: perché critica il capitalismo, ma non sa trovare una via d’uscita al problema applicabile nel mondo reale e così facendo cadono nella conservazione. Marx propone un altro tipo di socialismo di tipo “scientifico” che avrebbe scoperto la legge di sviluppo del capitalismo e che quindi può scardinare il sistema dall’interno al fine di instaurare la dittatura del proletariato.
-Il compito principale della filosofia al servizio della storia è quello di smascherare l’alienazione dell’uomo.
-Marx critica la religione: perché è “l’oppio del popolo” nel senso che quando la società classista proibisce lo sviluppo e la realizzazione della loro umanità, gli uomini alienano il loro essere proiettandolo in un Dio immaginario. La religione non è altro quindi che un prodotto sociale.
-L’alienazione del lavoro: l’operaio è una merce nelle mani del capitalista; il lavoro è esterno all’operaio, è soltanto un mezzo per soddisfare i bisogni estranei, e l’operaio diviene tanto più povero quanto maggiore è la ricchezza che produce. Nel suo lavoro l’operaio non si afferma, ma si nega, si sente non soddisfatto ma infelice, sfinisce il suo corpo e il suo spirito.
-Materialismo storico: è la teoria stando alla quale la struttura economica determina la sovrastruttura delle idee; non è la coscienza degli uomini a determinare il loro essere, ma al contrario, è il loro essere sociale a determinare la loro coscienza. La storia vera è quella degli individui reali, della loro azione per trasformare la natura e delle loro condizioni materiali.
-Materialismo dialettico: ogni momento storico genera nel suo seno la contraddizione tra oppressori ed oppressi, contraddizione il cui esito inevitabile è di volta in volta il superamento dello stato di cose esistente. La storia di ogni società è sempre storia di lotta fra classi, e nel caso specifico tra il proletariato e la borghesia.
-Il proletariato: classe dei salariati che per vivere sono ridotti a vendere la loro forza lavoro.
-La borghesia: classe dei capitalisti che sorta all’interno della società feudale, ne era la contraddizione e l’ha superata; essi investono denaro (D) per l’acquisto di merce (M) con la quale si ricaverà un capitale maggiore (D1).
-Capitale costante: mezzi produttivi e materie prime.
-Capitale variabile: forza lavoro.
-Valore d’uso: si basa sulla qualità della merce, la quale, proprio grazie alla sua qualità, soddisfa un bisogno piuttosto che un altro.
-Valore di scambio: è dato dalla quantità di lavoro socialmente necessario per produrre quella determinata merce.
-Plusvalore: è quella parte del prodotto creato dall’operaio con il lavoro che il capitalista non paga e che va ad accrescere il suo capitale. Se per esempio il proletario lavora dodici ore e in sei ore produce tanto da coprire quanto il capitalista spende per il salario, il prodotto delle altre sei ore di lavoro è valore di cui si appropria il capitalista. Questo è il plusvalore (differenza tra D1 e D).
-Da ciò crescerà la ribellione nella classe operaia che sempre più unita e organizzata determinerà la fine del capitalismo con la rivoluzione e dopo una prima fase di dittatura del proletariato vi sarà l’avvento del comunismo: società senza proprietà privata e quindi senza classi e senza Stato.
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Anna
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MessaggioTitolo: Re: SINTESI SU KARL MARX   SINTESI SU KARL MARX Icon_minitimeLun Apr 21, 2008 12:20 am

Karl Marx
La vita
Marx, Karl (Treviri 1818 - Londra 1883), filosofo, economista e politico tedesco, fondatore con Friedrich Engels del socialismo scientifico. Nato da una famiglia di religione ebraica sposò nel 1843 Jenny Von Westphalen, la fedele compagna di una vita, che lo asseconda in ogni sua decisione. La vita di Marx si svolge in una serie di ristrettezze economiche incredibili a causa delle sue continue spese sostenute per pubblicare le sue tesi, i suoi libri e gli articoli inerenti l'azione politica. Marx studiò nelle università di Bonn, Berlino e Jena. Nel 1842 divenne dapprima collaboratore e poi direttore della "Rheinische Zeitung" (Gazzetta renana) di Colonia. I suoi articoli, incentrati sulla critica delle condizioni sociopolitiche dell'epoca, gli crearono problemi con le autorità: il giornale fu, infatti, soppresso nel 1843. Marx si recò quindi a Parigi, dove instaurò contatti con i movimenti socialisti, completò la sua formazione teoretica in filosofia e si dedicò ai primi studi di economia politica. Nel 1844 incontrò Engels; entrambi si accorsero di essere pervenuti per strade differenti alla medesima concezione della necessità storica di una rivoluzione e collaborarono (fino alla morte di Marx) alla sistematizzazione dei principi teoretici del comunismo, oltre che all'organizzazione di un movimento operaio internazionale fondato su tali principi.
Critica a Feuerbach
La critica che Marx muove contro la filosofia di Feuerbach è espressa nelle 12 tesi su Feuerbach. Marx afferma che Feuerbach ha ragione a criticare l'idealismo poiché secondo la sua opinione tutto si risolve nel mondo reale e non in quello metafisico; Marx afferma anche, a differenza di Feuerbach, che l'essenza dell'uomo si manifesta nella classe sociale, nei rapporti sociali di produzione (contesto sociale); Marx afferma ancora che la religione non è l'alienazione dell'essenza dell'uomo in un essere metafisico ipostatizzato, ma si tratta di un sistema di produzione sbagliato che si è alienato; ultima tesi di Marx su Feuerbach afferma che "i filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo ma si tratta di trasformarlo", infatti Marx pensa che con Hegel la filosofia sia finita, allora bisogna uscire dalla filosofia e trasformare il mondo (lo stesso Marx si definisce un post-filosofo, un teorico della rivoluzione che studia la scienza della società: l'economia politica). "Non è la coscienza che determina l'essere sociale, ma è l'essere sociale che determina la coscienza" (Marx).
Il manifesto del Partito Comunista
Espulso dalla Francia nel 1845, Marx si stabilì a Bruxelles dove organizzò una rete internazionale di gruppi rivoluzionari definiti "comitati di corrispondenza comunista". Nel 1847 la Lega dei comunisti chiese a Marx e a Engels di formulare un manifesto di principi del comunismo; nacque così il Manifesto del Partito comunista. Nella sezione centrale del Manifesto Marx presenta la teoria del materialismo storico, formulata in seguito in Per la critica dell'economia politica (1859) che individua nel sistema economico dominante di ogni epoca (rapporti sociali di produzione che rappresentano la struttura a differenza di tutti gli altri rapporti che si vengono a creare nella società che prendono il nome di sovrastruttura che è dipendente dalla struttura) ciò che determina (è il vero motore) la forma di organizzazione sociale e la configurazione storica e politica dell'epoca stessa (materialismo storico); Marx a questo punto mette in discussione i vecchi rapporti sociali ponendo un conflitto tra lo sviluppo delle forze produttive e i rapporti sociali di produzione (è un fatto oggettivo, reale). Inoltre il Manifesto evidenzia la nozione di lotta di classe come processo dialettico che plasma il corso della storia (il proletariato è l'opposto dialettico del capitale). Da queste premesse teoriche Marx concluse che, nell'epoca dominata dalla forma di produzione capitalista, la classe dei capitalisti sarebbe stata eliminata da una rivoluzione organizzata dal proletariato, che avrebbe distrutto interamente la società esistente per costituire una società senza classi. Il programma prevede dunque la conquista del potere politico da parte del proletariato, seguita da una fase di accentramento del potere statale nelle mani della classe rivoluzionaria (il proletariato) come necessario punto di passaggio per giungere all'abolizione della distinzione in classi (dittatura del proletariato). Poiché tuttavia il potere politico è il potere organizzato di una classe per l'oppressione di un'altra, con la vittoria del proletariato e con il superamento della divisione in classi il potere pubblico perderà il carattere politico. Con la violenza si aiuta a venir fuori una forma di società che stava già prendendo piede: una società comunista. "Proletari di tutto il mondo unitevi, avete da perdere solo le vostre catene" Marx
Esilio politico
Dopo la pubblicazione del Manifesto scoppiarono le rivoluzioni in Francia e in Germania e il governo belga, temendo che l'ondata rivoluzionaria potesse giungere anche in Belgio, bandì Marx, che tornò a Parigi e poi nuovamente a Colonia, dove fondò e diresse il periodico comunista "Neue Rheinische Zeitung" (Nuova gazzetta renana) e si dedicò all'attivismo politico. Nel 1849 fu arrestato e processato con l'accusa di incitamento all'insurrezione armata; fu assolto, ma costretto a lasciare il paese e a chiudere il giornale. In seguito, nel medesimo anno venne nuovamente espulso dalla Francia; si trasferì quindi a Londra, dove rimase fino alla morte.
Il Capitale
In Inghilterra scrisse Il Capitale (vol. 1, 1867; voll. 2 e 3, a cura di F. Engels e pubblicati postumi nel 1885 e 1894; trad. it. 1946-47), un'analisi sistematica e storica dei meccanismi di produzione e di distribuzione della ricchezza, in particolare entro il sistema capitalistico, effettuata con l'intento di enuclearne le contraddizioni e di individuare il significato dei processi economici. In questa opera Marx presenta la teoria dello sfruttamento della classe operaia da parte dei capitalisti: questi ultimi pagherebbero agli operai solo una parte del valore prodotto nel ciclo di produzione delle merci, realizzando un plusvalore e oggettivando in merce il lavoro dell'operaio. Partendo dal presupposto che nella società esistono due tipi di valore, ovvero il valore d'uso (soddisfazione di un bisogno materiale e uso dell'oggetto che soddisfa quel bisogno) e il valore di scambio (valore che ha la merce in quanto oggetto di scambio), si arriva a capire come nella società la merce è qualcosa destinata a essere scambiata e ha quindi soprattutto un valore di scambio. In un sistema capitalistico per creare un capitale bisogna fare un'accumulazione originaria del capitale, successivamente investire il capitale facendolo diventare capitale fisso (terreno, fabbrica, materie prime, macchinari) unendolo ad un capitale sociale fisso (ponti, strade...). A questo punto il capitalista introduce un capitale variabile che ha la caratteristica di valorizzarsi col tempo grazie allo sfruttamento di una forza-lavoro (gli operai). Il profitto viene dal lavoro poiché gli operai che vengono pagati X hanno valorizzato la merce rendendola 2X (3X, 4X, 5X...). Il conflitto si ha dunque per determinare il valore della forza lavoro. Da qui deriva la teoria del valore-lavoro che ci dice a quale prezzo si deve acquistare la merce, da che cosa è determinato il valore della merce: il valore della merce è stabilito "dal lavoro necessario per produrre quella merce". Arrivati alla fine del processo per valorizzare il capitale vediamo che il plusvalore altro non è che il guadagno netto che il capitalista ha ottenuto dalla vendita della merce prodotta, merce che ha acquistato una vita propria, è diventata più importante degli uomini che la producono (feticismo delle merci).
La guerra civile in Francia
Nell'opera La guerra civile in Francia (1871) Marx analizzò l'esperienza del governo rivoluzionario istituito a Parigi durante la guerra franco-prussiana, noto come la Comune di Parigi, interpretando la Comune come una conferma storica della necessità per i lavoratori di impadronirsi del potere politico con un'insurrezione armata e distruggere poi lo stato capitalistico; Marx dunque pensa alla Comune di Parigi come ad un esempio di stato socialista autogovernato ponendo la sua attenzione sull'aspetto libertario della Comune, ovvero far finire il governo dell'uomo sull'uomo. Queste idee sono presentate anche nella Critica del programma di Gotha (1875); in Inghilterra Marx collaborò anche con quotidiani sia europei sia americani, come il "New York Tribune", con articoli sugli eventi politici e sociali.
Ultimi anni
Dopo la scioglimento della Lega comunista nel 1852, Marx mantenne i contatti con centinaia di rivoluzionari con i quali fondò a Londra nel 1864 la Prima internazionale, di cui tenne il discorso inaugurale, redasse lo statuto e diresse il consiglio generale; in seguito, dopo la soppressione della Comune, anche l'Internazionale andò in declino. Altre opere importanti di Marx sono i Manoscritti economico-filosofici (1844; pubblicati postumi nel 1932); La sacra famiglia, il primo lavoro compiuto in collaborazione con Engels (1842); L'ideologia tedesca (1845-46); Miseria della filosofia (1847).
Concezione della storia
Marx ha una concezione della storia estremamente lineare, ma per Marx noi viviamo ancora nel periodo preistorico, ovvero il periodo del Socialismo (dove già sono stati statalizzati i mezzi di produzione e l'economia è stata pianificata), poiché la vera storia si avrà con l'avvento del periodo Comunista (dove vigerà la regola "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni"). Con questo passaggio dal socialismo al comunismo nascerà anche un uomo nuovo.
Fortuna delle teorie di Marx
La fortuna delle dottrine di Marx si accrebbe dopo la sua morte con l'affermarsi del movimento operaio. Le sue teorie, conosciute in seguito con il nome di marxismo o socialismo scientifico, costituirono una delle principali correnti del pensiero contemporaneo. La sua analisi dell'economia capitalista e la sua teoria del materialismo storico, della lotta di classe e del plusvalore sono alle fondamenta del socialismo moderno. Rilevanti rispetto all'azione rivoluzionaria sono le teorie dello stato capitalista e della dittatura del proletariato, riprese in seguito da Lenin. Queste idee costituirono il cuore del bolscevismo e della Terza internazionale.
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