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Silvietta89

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MessaggioTitolo: FRIEDRICH HEGEL   FRIEDRICH HEGEL Icon_minitimeMar Apr 22, 2008 5:03 pm

VITA



Friedrich Hegel nasce a Stoccarda nel 1770, nel 1778 si iscrive all’università di Tubinga dove studia filosofia e teologia. Lì stringe rapporti con compagni di studio quali Schelling e Holderlin, che lo influenzarono molto. I tre amici, che sarebbero poi diventati tre degli esponenti più importanti del panorama culturale tedesco, condividevano gli ideali della rivoluzione francese anche se in una fase successiva Hegel manifestò atteggiamenti conservatori.

Fino al 1799 fa il precettore, ma dopo aver ricevuto una sostanziosa eredità, decide di lasciare questo lavoro e di studiare e fare il libero docente a Jena (l’università più famosa a quei tempi).

v 1801 Differenza tra il sistema filosofico di Fichte e quello di Schelling

o Elogia Schelling e va contro a Fichte

v 1806 Fenomenologia dello spirito

o Si stacca da Schelling

A causa dell’occupazione tedesca da parte di Napoleone, Hegel si trasferisce a Norimberga e poi a Heidelberg

v 1812 – 1816 Scienza della Logica

v 1817 Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio

Nel 1818 va a Berlino dove resta fino alla morte, nel 1831.

v 1821 Lineamenti di filosofia del diritto

o Questo scritto è stato ripreso da Giovanni Gentile e in seguito dal Fascismo, per la particolare concezione dell’etica e per la celebre dottrina dello stato.

v PUBBL POSTUME Raccolta di lezioni Berliniane.





Hegel fu senz’altro l’ultimo filosofo a creare un sistema filosofico. In seguito cambia la concezione, non si cerca più un metodo.



HEGEL E L’INFINITO:

Concezione Fichtiana: Infinito è irraggiungibile. Dio può essere solo ideale, non reale.

Concezione Schellinghiana: Infinito coincide col finito, è un’intuizione (conoscenza immediata) (coincide con natura)

Per Hegel invece l’infinito non è né irraggiungibile e solo ideale (come hp Fichtiana), né appiattito a livello del finito (hp Schellinghiana).

Accusa infatti Fichte di mostrare l’infinito come un “cattivo infinito”, in quanto dicendo che è impossibile da realizzare lo rende parte di un processo irrisolto. La critica che muova e Schelling invece è quella di banalizzare l’argomento appiattendolo tra i vari elementi finiti, facendo così si corre il rischio di pensare che se l’infinito risiede nel finito, tutti i finiti sono uguali, è come dire che le vacche sono nere di notte (frase di Hegel che attribuisce a Schelling), tutto perde significato.

Hegel ha una concezione dell’Infinito come di uno spirito, in questo modo dimostra che l’infinito è una totalità realizzata senza appiattirlo ad un'unica dimensione:

L’infinito è un processo che trova realizzazione in ogni singolo finito , ma non si limita a questo, infatti il finito è solo una tappa,ogni finito è un elemento necessario alla costruzione dell’infinito. L’infinito è tutto il processo, è lo spirito superiore, la ragione assoluta (non un dio) causa di tutte le cose.

L’uomo può arrivare alla conoscenza dell’infinito solo tramite un metodo mediato dalla ragione (non immediato come per Schelling).

Questo metodo è la dialettica, unico modo di garantire la conoscenza dell’assoluto tramite una conoscenza dinamica, a tre fasi (mentre in passato si utilizzavano solo le prime 2):


IL METODO DIALETTICO





TESI :Momento intellettivo, corrisponde all’attività dell’intelletto.

Penso una cosa in riferimento a se stessa (A=A) – Conoscenza mediata dall’intelletto– (senza considerare il fatto che A esiste in relazione a qualcos’altro). es. A=bianco



ANTITESI:Momento negativamente razionale, definisco A mettendola a confronto con non-A

Es. A= NON rosso (107)

Ogni determinazione è quindi una negazione, se dico A nello stesso tempo affermo il NON-A



Hegel spiega come può una cosa essere al contempo negazione di se stessa tramite l’esempio Bocciolo / Fiore / Frutto:

Il Bocciolo è una determinazione di se stesso, ma non è ancora fiore quindi è negazione. Questa determinazione è sorpassata dalla fioritura, che è sì una negazione del bocciolo ma è anche ciò che lo rende vero! A sua volta il fiore è una determinazione di sé stesso e una negazione del bocciolo e del frutto, ma questa negatività verrà poi superata dal frutto.

Ogni passaggio di questo processo è essenziale all’ altro e la vita della pianta è il processo stesso.

Allo stesso modo il Reale è un processo che si autocrea mentre percorre i suoi momenti successivi, e in cui il positivo è appunto il movimento medesimo che è in progressivo arricchimento.



SINTESI: Momento positivamente razionale . Si riafferma ciò che si è detto all’inizio negando la negazione, ma con la consapevolezza della fase di mezzo.

Questo è detto momento speculativo, è la sintesi delle opposizioni , conoscenza degli opposti nella loro unità.



La sintesi è una riaffermazione della tesi originaria ma è molto più ricca di quest’ultima.

Esempio: Innocenza

Tesi: l’innocenza è conosciuta solo in riferimento a se stessa, quindi è vista come la vede un bambino che ignora il male.

Antitesi: Conosco il contrario dell’innocenza = male

Sintesi: Riaffermo la concezione di innocenza, ma acquista un’importanza molto maggiore, infatti se conosco il bene e conosco il male l’innocenza diventa il decidere di non compiere il male.

Innocenza della III fase molto più importante della I perché passata tramite la II



Per spiegare il superamento dell’antitesi nella sintesi Hegel non a caso utilizza il verbo Aufheben, il cui significato generico è superare ma ha due significati distinti:

  • Togliere, Negare, in quanto in effetti la sintesi nega l’antitesi
  • Conservare, in quanto la sintesi conserva l’esperienza della Antitesi






L’assoluto nasce dalla tesi e dalla antitesi e si sintetizza grazie al positivo che emerge dalla risoluzione degli opposti (Sintesi). È un movimento circolare senza posa, non è mai fermo poiché non è una cosa ma un processo.

Assoluto = Idea

1. Idea in sé (logica) razionalità pura

2. Idea fuori di sé (natura) idea che esce da sé

3. Idea che ritorna a sé o in sé e per sé (Spirito) è l’idea ritornata in sé dall’alienazione e divenuta in sé e per sé.
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MessaggioTitolo: Re: FRIEDRICH HEGEL   FRIEDRICH HEGEL Icon_minitimeMar Apr 22, 2008 5:05 pm

Fenomenologia dello Spirito



Discorso sul manifestarsi dello Spirito (= Infinito, Assoluto)

Il titolo di quest’opera può essere letto sia come genitivo soggettivo(1) che genitivo oggettivo(2)

  • Inteso come genitivo soggettivo vuole spiegare il modo in cui l’infinito si manifesta
  • Inteso come genitivo oggettivo vuole spiegare come la coscienza dell’uomo coglie le apparizioni dell’assoluto.


Non c’è un significato giusto o sbagliato, l’opera può essere letta sotto entrambe le chiavi.

La Fenomenologia dello spirito è un’opera molto complessa, che utilizza difficili costruzioni morfo/sintattiche e inserisce citazioni di altri filosofi senza nemmeno citarli.

Per alcuni critici quest’opera è una sorta di romanzo di formazione, ovvero un cammino che porta la coscienza individuale a diventare coscienza filosofica e infine autocoscienza.

In ogni caso la Fenomenologia dello spirito è una sorta di opera introduttiva alla filosofia Hegeliana ma non è particolarmente staccata dalla filosofia in quanto secondo Hegel per introdurre alla filosofia bisogna iniziare a filosofare.



L’infinito non può essere colto immediatamente, ma tramite un cammino a tappe che porta uomo dalla coscienza di sé alla conoscenza assoluta.



Tappe:



- Coscienza

- Autocoscienza

- Ragione

- Senza titolo (religione, spirito, sapere assoluto)





  • Coscienza – 1° Livello

Quando la coscienza conosce l’oggetto



SENSAZIONE: Il soggetto conosce l’oggetto nel momento stesso in cui lo “sente” con i cinque sensi. ( es Io, qui ed ora, vedo un banco e vedo che è quadrato e liscio)

PERCEZIONE: Il soggetto si rende conto che le qualità di un determinato oggetto sono assimilabili ad altri oggetti, quindi non si pensa più ad un oggetto particolare ma in generale. (es. io in un istante successivo, mi rendo conto che quello che vedo è UN banco e riconosco che le qualità dell’oggetto che ho davanti sono valide per altri oggetti. Non conosco più il banco come quadrato e liscio, ma assimilo e rendo valide per altri oggetti la liscezza e il fatto di essere quadrato)

L’oggetto diventa sostanza e i suoi attributi sono definiti accidenti

INTELLETTO: Momento in cui ci si rende conto che ciò che ha unificato le qualità percepite è l’IO; il soggetto quindi si rende conto che è lui che definisce una cosa tale secondo le sue caratteristiche.



N.B Conoscenza in termini gnoseologico/storici





2. Autocoscienza – II Livello

Quando la coscienza prende coscienza di sé



C’è una sorta di gerarchia tra autocoscienze in cui chi è riconosciuto è più importante di chi riconosce, quindi diventa autocoscienza. Io divento cosciente del mio IO quando qualcun altro mi riconosce.





Parentesi sul tema del riconoscimento

Tema ripreso da filosofia esistenzialista e filosofia ebraica.



{{{BUBER , filosofo ebraico, 1878 – 1975_ Austriaco tedesco che scappa da Germania a casua del nazismo, si reca a Gerusalemme, assiste alla nascita dello stato di Israele, voleva unificazione arabo israeliana.

[testo dato “il principio dialogico” 1923 Io e Tu] pensa che l’altro diventi indispensabile per l’io e quindi che il confronto sia essenziale.

Ciò che entra in gioco tra me e l’altro è il nostro stesso io che può contemporaneamente realizzarsi o perdersi, nessuno può diventare se stesso senza il rapporto con l’altro.

IO E TU, tutti e due sono soggetti (non dice IO E TE) però io posso trattare l’altro anche come oggetto. Infatti l’uomo può porsi di fronte all’altro in due modi:

Io – Tu rapporto tra io e gli altri, che sottende soggettività

Io – Esso rapporto strumentale/impersonale/superficiale



Un vero io e quello che si costruisce nei rapporti personali, tramite il dialogo [per Levinas tramite volto, per Sartre tramite lo sguardo], Invece il rapporto io – esso è solo un monologo.



Nel rapporto io – esso faccio esperienza di qualcosa/qualcuno, lo vedo e lo comando.

Nel rapporto io – tu non faccio esperienza ma entro in relazione con qualcuno, è un’azione intransitiva non sono io che la impongo ma si realizza naturalmente.



Tra tutti i TU che conosco ce n’è uno privilegiato, un tu eterno, che è Dio. Il rapporto con Dio non è quindi pensato come astratto ma come dialogo.



SARTRE: (1900) L’essere riconosciuto mi identifica come soggetto. Se non sono riconosciuto io continuo ad essere solo un oggetto, cosa che nessuno vorrebbe ma che inevitabilmente accade}}





AUTOCOSCIENZA ENTRA IN LOTTA CON LE ALTRE



Quando l’autocoscienza capisce di essere fondamentale comincia a porsi in modo diverso rispetto agli oggetti. Il mondo diventa ad un tratto autonomo da lei e lei comincia a desiderarlo. Finchè è oggetto, è oggetto fra gli oggetti e non se ne cura, ma diventando soggetto si stacca da essi e comincia a desiderarli (apetitus)

Per diventare autocoscienza il soggetto deve compiere un cammino che parte dal desiderio di possedere le cose e di far dipendere tutto da sé. Questo lo porta a scontrarsi con le altre autocoscienze, quindi nasce la lotta per la vita o per la morte in cui avrà la meglio chi non ha paura della morte e riuscirà a soggiogare l’altro.





DIALETTICA SERVO PADRONE

Due autocoscienze si scontrano per il dominio reciproco. Vince dei due chi non ha paura della morte e soggioga l’altro.

Da quel momento il vincitore è il Padrone e il perdente è il Servo.

Inizialmente il Padrone ha un rapporto mediato con la cosa, tramite il servo e quest’ultimo invece ha sentimenti di disgusto verso la cosa.

Ma questi rapporti vengono subito invertiti perché il padrone comincia semplicemente a fruire, a godere dell’oggetto senza fare nient’altro, è diventato quindi dipendente da esso, e dipendente anche dal servo, perché senza di lui non potrebbe fruire dell’oggetto.

Il servo d’altra parte, obbligato a lavorare sulla cosa, la umanizza, la trasforma, ha un rapporto mediato con essa tramite il lavoro.

L’autocoscienza del padrone quindi, resasi conto di non essere più libera ma dipendente diventa autocoscienza inessenziale mentre quella del servo, liberata grazie al lavoro, diventa autocoscienza essenziale.


PASSAGGIO DA AUTOCOSCIENZA A RAGIONE

L’Autocoscienza del servo raggiunge la libertà perché il padrone dipende da lui e lavorando ottiene realizzazione.

però questa libertà è solo interiore perché non è libero di fare ciò che vuole ma deve continuare a lavorare.



La Autocoscienza allora cerca dei modi per liberarsi di costrizioni esterne, e di essere libera sia interiormente che esteriormente:



1.Il primo passo è lo stoicismo lo stoico è colui che non si lascia influenzare dagli altri e non ha bisogno degli altri per essere felice, vive l’ideale dell’autarchia. Con questo metodo potenzialmente si potrebbe giungere a una libertà ma non è così poiché secondo Hegel questa libertà sarebbe falsa perché è impossibile vivere senza condizionamenti esterni

2. La seconda via che percorre è lo scetticismo lo scettico è colui che mette in dubbio l’esistenza di ciò che è esterno a lui. Questa filosofia “sospende il giudizio” ovvero mette tra parentesi il mondo esterno affermando che tutto è vano e non ci sono certezze dimostrabili.

L’autocoscienza però non può così liberarsi perché lo scetticismo è una filosofia contraddittoria perché afferma che non ci sono verità ma dicendolo cade in contraddizione perché afferma che questa tesi è vera.

3. Si arriva quindi alla concezione di coscienza infelice (evoluzione dello stoicismo) in cui la coscienza vive una contraddizione interna a se stessa, ovvero la contraddizione che esiste tra sé e se stessa e sé e Dio.

Praticamente la coscienza si trova “sdoppiata” in due parti. La prima parte è immutabile e coincide con un Dio trascendentale, la seconda è mutevole e coincide con l’uomo.

La coscienza vive quindi un conflitto tra queste due parti.

La coscienza infelice rappresenta l’ultimo momento di sviluppo dell’autocoscienza, momento di tensione tra l’anelare l’infinito e non raggiungerlo mai.

Per spiegare questa concezione prende ad esempio i cristiani medievali e gli ebrei, infatti per entrambe le religioni Dio è un essere superiore che se anche se si è reincarnato in un uomo ( solo religione cristiana) è diverso dall’uomo, è trascendente, è lontano dall’uomo.

Quindi in questa fase l’autocoscienza capisce che non può essere libera perché per esserlo dovrebbe conoscere qualcosa che non potrà mai conoscere.

Ma questa secondo Hegel è una risposta falsa, se non altro perché Dio non esiste, è l’autocoscienza ad essere quel dio, in pratica ciò che l’autocoscienza cerca fuori di sé lo può trovare tramite la ragione (4) dentro se stessa

La ragione è la certezza di essere ogni realtà, e l’autocoscienza che scopre di essere tutta la realtà si realizza e diventa coscienza filosofica .

Non c’è più quindi distinzione tra soggetto e oggetto, perché tramite la ragione scopro che esiste solo il soggetto, che è l’autocoscienza e coincide con l’infinito
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MessaggioTitolo: Re: FRIEDRICH HEGEL   FRIEDRICH HEGEL Icon_minitimeMar Apr 22, 2008 5:06 pm

1. Ragione III Livello

Momento di unità tra pensiero ed essere



La ragione secondo Hegel è la coscienza di essere tutta la realtà .

Questo concetto coincide con la filosofia idealistica

La realtà è posta dal soggetto, questo lo diceva anche Schelling ma le concezioni sono differenti:

► Schelling da tutto per scontato, afferma che soggetto e oggetto coincidono ma non spiega come e perchè, lo afferma e basta

► Hegel invece dice che si può giungere ad affermare che essere e pensiero coincidono solo dopo un processo _ La ragione deve svilupparsi in momenti diversi altrimenti non può arrivare a conoscere la verità



Questo processo consta di 3 Momenti:



1) Ragione che osserva

2) Ragione che agisce

3) Eticità



Questi 3 momenti servono per arrivare a capire tramite la ragione che non c’è differenza tra soggetto e oggetto, tra realtà e pensiero.

Kant col concetto delle forme a priori aveva già detto che qualcosa esisteva “ a priori”, ovvero le forme che successivamente avrebbero contenuto i dati dell’esperienza.

Per Hegel invece “a priori” sono sia le forme che i contenuti



1) Ragione che osserva ► La ragione cerca se stessa nella natura, la studia [ questo step rappresenta la concezione della filosofia rinascimentale : Marsilio Ficino, Giordano Bruno]

2) Ragione compie un’attività pratica ► cerca di realizzarsi individualmente, tramite altri passi:

- compie una ricerca che parte dal desiderio del piacere e della conoscenza e vorrebbe culminare col raggiungimento degli stessi ma ciò non è possibile, non verrà mai raggiunto. {cfr Faust Goethe}

- Segue la legge del cuore individuale (Rousseau)

- Diventa uomo di virtù, ma per la sua astrattezza fallisce ( Don chisciotte/ Robespierre)

3) Ragione collettiva ►Esperienza della comunità come insieme di individui, che trova la ragione realizzata nella realtà, nella storia. La ragione si scopre essere non individuale ma una per tutti di cui ognuno fa parte.

La filosofia Hegeliana abbraccia il panlogismo ► tutto è spirit, la razionalità regge tutta la realtà, il reale è razionale, il razionale è reale, non c’è più differenza tra essere e pensiero.

La ragione è data dall’autocoscienza che supera la sua opposizione rispetto agli altri e al corso del mondo, trovando in questi il proprio contenuto.

Si giunge alla consapevolezza dell’ ethos ovvero della "teoria del vivere". L’autocoscienza scopre che la sostanza etica altro non è se non ciò in cui essa è già immersa: è l’ethos stesso della società e del popolo in cui vive.










Enciclopedia delle Scienze Filosofiche in compendio





Parla delle tre fasi (parti) dello Spirito:

Idea in sé (logica)

Idea fuori di sé (Natura)

Idea in sé e per sé -che torna in sé- (Spirito)



LOGICA

Ne parla nell’enciclopedia e ne “la scienza della logica”

È la scienza che studia il pensiero, lo studio della struttura del “tutto “

► Pensare ed essere coincidono

La logica è l’esposizione di Dio nella sua eterna essenza, com’era prima di creare la realtà (natura).



[Questa Logica non è la Logica formale kantiana, che si limitava a porre le forme, ma studia anche i contenuti. Questo perché il pensiero coincide con la realtà.]


NATURA


Ne parla solo brevemente nell’enciclopedia perché gli dà poca importanza.



Questo perché la natura è l’idea che si aliena fuori di sé

Fa comunque parte dello spirito, ma è la sua manifestazione più bassa.



[Per Schelling e Kant la natura va esaltata, Hegel invece, anche se non apertamente, la disprezza. In alcuni passaggi ad esempio Kant afferma che le stelle sono una delle cose più meravigliose che esistano – Hegel riprende quest’affermazione dicendo che le stelle fanno parte della natura e quindi sono belle quanto lo è uno sciame d’api]



[Per Hegel la natura non ha valore conoscitivo, e nemmeno la scienza. essa è infatti solo un insieme di dati ordinati che riguardano la natura]



SPIRITO

Ne parla in :

¨ Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio

¨ Lezioni berliniane



3 tappe : soggettivo – oggettivo – assoluto

Soggettivo : spirito individuale

Progressivo emergere che va dalle forme elementari a quelle più complesse.



3 fasi :

© Antropologia : spirito come anima. Legame tra spirito e natura (carattere).

© Fenomenologia : spirito come scienza. (coscienza – autocoscienza – ragione).

© Psicologia : spirito nelle sue manifestazioni più proprie. Attività teoretiche/pratiche)

o Attraverso le attività sia mentali sia pratiche si realizza la realtà. (cfr. Dialettica Servo-Padrone)



Oggettivo : spirito sovraindividuale (libero – ha base nella storia)



Ci sono 3 momenti (diritto – moralità – eticità) tramite cui lo spirito diventa effettivamente libero. Momenti contraddistinti dalla realizzazione in una dimensione in cui non c’è differenza tra soggetto e oggetto. La volontà del soggetto si allinea con una volontà universale.



© Diritto : garantisce la libertà di ogni persona ed evita che gli altri possano ledere la libertà altrui.



© Moralità : momento antitetico. La libertà si interiorizza. Il soggetto tramite la morale cerca di tendere al bene.

o Cos è il bene? Qualcosa che è in fieri , che si sta cercando e quindi non c’è ancora. => Tensione tra essere e dover essere.



© Eticità : momento della sintesi. Momento in cui la volontà del singolo coincide con la volontà universale e la frattura tra essere e dover essere viene meno. La libertà soggettiva si realizza con fini concreti, che non valgono solo per il soggetto ma per un intero popolo. (questa concezione si realizza tramite le istituzioni). La libertà del singolo di allinea a quella collettiva. [Ethos : insieme dei costumi di un popolo]. L’eticità si realizza in senso pieno con lo stato.



Figura dell’Eroe : per noi è un individuo eccezionale, per Hegel è chi realizza i fini di uno spirito universale. (cfr Testo)



3 elementi : Famiglia – Società – Stato



Famiglia : società naturale basata sull’amore che si articola in
Matrimonio – Patrimonio – Educazione dei figli


L’insieme delle famiglie forma la società civile.

Le famiglie formano La società civile, che è diversa dalla società politica che è invece formata dalla politica.



Società Civile : comunità di individui che possono anche essere diversi l’uno dall’altro e hanno fini diversi.



Società Politica : (stato) comunità di cittadini che tramite le istituzioni opera per uno stesso fine.
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MessaggioTitolo: Re: FRIEDRICH HEGEL   FRIEDRICH HEGEL Icon_minitimeMar Apr 22, 2008 5:07 pm

LO SPIRITO ASSOLUTO



Nello spirito assoluto lo spirito si autoconosce conoscenza assoluta che lo spirito ha in sé

Non è un’intuizione immediata, è un processo che si realizza



1.Nell’arte

2. Nella religione

3.Nella Filosofia



Queste tre cose sono accomunate dal fatto che hanno tutte per oggetto l’assoluto. Ciò che è diverso è come lo conoscono.



Arte Coglie l’assoluto attraverso la forma sensibile; la parola per la poesia, il marmo per la statua…

L’arte però può esprimere SOLO con le forme sensibili, ma siccome niente in natura è così bello da poter esprimere l’infinito l’arte non può rappresentare pienamente l’infinito.

3 momenti fondamentali:

Arte orientale: Non trova l’equilibrio tra forma e contenuto, è un’arte simbolica, che non è coglibile immediatamente.

Arte Classica: (Greci) Equilibrio tra forma e contenuto, rappresentando la natura umana si rappresenta anche lo spirito. Però ciò non è più così dal romanticismo in poi, perché lo spirito non si può più cogliere solo con la figura ma soprattutto con l’interiorità.

Arte Romantica: Tramite musica pittura e poesia viene espressa l’interiorità dell’artista.

L’arte romantica prende coscienza della morte dell’arte ovvero che l’arte non può più essere mezzo efficace per esprimere l’infinito perché la forma sensibile non basta, anche se la poesia (arte universale) ci va vicino.


Religione



Per esprimere lo spirito usa la rappresentazione => immagine interiore

L’umanità ad un certo punto si raffigura un Dio, in momenti e modi diversi da popolo a popolo.

La religione che più rispecchia l’assoluto come sintesi degli opposti è il cristianesimo, perché Dio si è fatto carne. E con il padre e lo spirito santo ha formato una triade (come è triadico il metodo dialettico)

Non è però abbastanza per esprimere l’assoluto, perché è comunque una rappresentazione, un’immagine quella che la religione vuole dare.


Filosofia



La filosofia rappresenta l’assoluto tramite dei concetti, è l’idea che finalmente si realizza, unendo l’oggettività dell’arte e la soggettività della religione. Dio stesso finalmente si autoconosce e porta a compimento tutte le cose.Il risultato di questo sviluppo si incarna perfettamente nella filosofia Hegeliana.
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